Tor des Geants, viaggio nel paese delle meraviglie
“Chapeau” questo il commento di un concorrente francese dell’Alsazia appena arrivato al punto di ristoro del rifugio Coda, nel tratto dell’alta via n°1 in cui il Tor des Geants sale sulla cresta spartiacque tra Piemonte e Valle d’Aosta, tra la valle di Gressoney e la provincia di Biella. Da un lato si vede il Monte Rosa, dall’altro il lago di Viverone e la Serra Morenica. Tutti i concorrenti rimangono quasi stupiti da questo panorama dai forti contrasti, in cui la Valle d’Aosta si salda con la pianura padana.
La fatica è tanta, e tanti sono i chilometri ancora da percorrere, ma in tutti si legge negli occhi quasi un ringraziamento a chi ha messo in piedi e gestisce questa manifestazione, che permette questo viaggio nel paese delle meraviglie, questa Valle d’Aosta che regala per qualche giorno le sue montagne, dalle più famose alle più sconosciute e nascoste, a tutti i coraggiosi che zaino in spalla e tanta volontà sono partiti domenica scorsa da Courmayeur. L’emozione è tanta, anche in chi scrive, nel vedere quest’evento e nell’assistere ad un’umanità che si rinsalda nei suoi legami, proprio per questa comune passione per la montagna e la corsa.
Emozione è incontrare Corinne Favre, la campionessa francese di trail e scialpinismo, che da Tour d’Hereraz inizia la sua rimonta al podio, sulla micidiale salita che da lì porta al rifugio Coda e con i successivi traversi e su-giù fino a Gressoney. Incontrare l’amico Paolo della Val Tanaro, che mi chiede di far arrivare le sue notizie a casa visto che ha scaricato la batteria del telefonino. O chi mi dice che l’UTMB è una corsa per le orsoline rispetto a questa.
Ritorno a casa con tante immagini sia foto che video, con la convinzione che per vivere la propria avventura a volte basta andare dietro casa sulle proprie montagne ed inventarsi un viaggio come questo, come hanno fatto gli organizzatori di questo Tor des Geants, ai quali mi permetto di dare un solo consiglio per le prossime edizioni: provare anche ad organizzarla a tappe, anziché no-stop, magari ad anni alterni, con partenza e arrivo in quelli che sono i punti vita dove comunque in tanti si fermano a dormire. Si modificherebbero alcuni parametri, magari anziché una gara ad eliminazione vincerebbe chi è più bravo a recuperare da un giorno all’altro, un pò come avviene in un Tour de France ciclistico. E anche per i volontari l’impegno sarebbe limitato alla singola giornata, anziché a più giorni, com’è sull’Alta Via n°1, dove i passaggi si diluiscono nel tempo. Consigli e non critiche, da chi è ammirato da questa incredibile ed efficiente organizzazione che permetterà a tutti quelli che arriveranno a Courmayeur, dal primo all’ultimo, di partecipare ad un evento unico, il viaggio nel paese delle meraviglie, la Valle d’Aosta del Tor des Geants.